Nei pazienti diabetici la morbilità e la mortalità cardiovascolare è elevata; in particolare il rischio di morte per cause CV aumenta di oltre 2 volte rispetto alla popolazione non diabetica. Il rischio di infarto e di ictus aumenta sino a 4 volte. A livello mondiale il 21% delle morti per cardiopatia ischemica e il 13% delle morti per ictus è attribuibile ad elevati livelli glicemici. Recentemente, è stato poi osservato come già un aumento modesto di emoglobina glicosilata (HbA1c) sia associato ad un incremento significativo del rischio di coronaropatia e di malattia cardiovascolare. Risulta pertanto importante intervenire precocemente sul RCV presente nei pazienti con diabete, impiegando trattamenti che, oltre ad un effetto ipoglicemizzante, abbiano un’ efficacia dimostrata nella riduzione dei MACE .
La terapia con insulina, sebbene consenta un soddisfacente controllo glicemico, ha oggettive difficoltà di gestione e pone a rischio di ipoglicemia.
Dati da studi clinici real world confermano che oggi in Italia c’è un ritardo ed una difficoltà nell’intensificazione della terapia insulinica, permangono barriere o paure all’ottimizzazione della dose di insulina, legate particolarmente all’incidenza di ipoglicemia, all’incremento ponderale e alla difficoltà dei pazienti ad aderire ad un regime iniettivo complesso. Vi è quindi un’evidente necessità di offrire ai pazienti con diabete tipo 2 nuove opzioni che non comportano svantaggi e che migliorino la vita delle persone con diabete.
L’obiettivo di questo confronto è quello di indagare i bisogni del paziente diabetico, sia in termini di controllo multifattoriale del rischio cardiovascolare, sia in termini di semplificazione della terapia insulinica e di passare in rassegna le novità farmacologiche e la loro applicazione nella real life, ovvero individuare i pazienti target delle nuove terapie nella cura del Diabete Mellito
Dr.ssa Giuseppina De Simone
Responsabile Scientifico
Dr. Ciro Cozzolino
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